Particolari tipi di isolanti d'origine vegetale

26.10.2013 20:08

Sulla scia della Bioedilizia vengono prodotti oggi diversi materiali termoisolanti di origine vegetale e animale.

 

Dalla paglia di grano vengono prodotti per compressione a una temperatura di 250 °C e con l'ausilio di colle, dei pannelli (spessore circa 6 cm) che, rivestiti con carta kraft, sono utilizzabili sui tetti, pareti e solai. La paglia viene trattata con sali borici per ridurne l'infiammabilità, ma i pannelli devono essere in ogni caso intonacati (spessore almeno 2 cm) e protetti contro l'umidità. Non si conoscono effetti negativi sulla salute. In genere i pannelli non sono riutilizzabili ma il materiale è biodegradabile e può essere incenerito.

 

Termoisolanti sono anche i trucioli di legno che risultano dalla lavorazione industriale di legni teneri (abete rosso, abete bianco, pino). Dopo la separazione della polvere e del particolato fino, i trucioli vengono trattati con siero di latte e soluzione di boro e di carbonato di sodio per rendere il prodotto meno infiammabile e resistente agli agenti biologici. I trucioli sono applicabili come i fiocchi di cellulosa in intercapedini nelle quali vengono insufflati. Il coefficiente di conducibilità termica della cellulosa è λ = 0,070 W/mK. 

Anche le fibre di lino si ricavano dai materiali termoisolanti. La materia prima è rappresentata dagli steli della pianta, puliti da foglie e capsule, che vengono tostati per liberare le fibre dai leganti. Seguono il lavaggio, l'essiccazione, la triturazione, la centrifugazione e la frantumazione (delle fasce fibrose). Il materiale termoisolante siffatto viene commercializzato sotto forma di rotoli o anche sfuso. Ha un aspetto simile alla lana di pecora ed è trattato con sali borici. I materiali termoisolanti ottenuti da fibre vegetali si prestano solo all'impiego in luoghi ben asciutti, come, per esempio, le costruzioni in legno. Il coefficiente di conducibilità termica λ del lino è di 0,04 W/mK, quello della canapa è uguale.