Intervista a Piergiorgio Maiorini, artista che ricicla i rifiuti per le sue sculture.

04.01.2014 19:28

In esclusiva per RistrutturareBio ho intervistato l'architetto/artista Piergiorgio Maiorini autore delle "macchine inutili", sculture realizzate interamente con oggetti di riciclo. 

RistrutturareBio: Piergiorgio Maiorini, architetto e artista, realizzatore di opere fantasiose come le macchine inutili. Come nasce la passione per questa forma d’arte e quanto ha inciso la tua formazione di architetto nella realizzazione di queste sculture?

Piergiorgio Maiorini: Questa mia passione di assemblare degli oggetti è nata circa trenta / quaranta anni fa. Vedevo degli oggetti belli che era un peccato buttare, per cui li accantonavo pensando che prima o poi qualcosa ci avrei fatto. Successivamente questi oggetti sono diventati veramente tanti ed occupavano molto spazio nel mio laboratorio e ho iniziato ad assemblarli, prima in maniera molto semplice, poi man mano che passava il tempo e che ci prendevo gusto e notando che la gente che li vedeva li apprezzava, in forma sempre più complessa. Adesso questa attività è diventata quasi una professione poiché faccio molte mostre, circa dieci / quindici l'anno, con la soddisfazione di riuscire anche a venderne alcune. 

R.B.: Le tue sculture ricordano un po’ i vecchi giochi da bambini che venivano trainati su delle rotelle e, a mio avviso, delle riproduzioni in miniatura delle macchine di Leonardo Da Vinci. Quanto c’è di vero in quest’affermazione?

Piergiorgio Maiorini: Questa caratteristica è stata notata da diverse persone, sia dalla critica d'arte Titti Bentivoglio nell'ultima esposizione in cui sono stato ospite, che mi ha detto più o meno queste stesse cose, sia da Ginco Portacci all'esposizione che ho fatto alla galleria "Il leone" un paio di mesi fa. Nel momento in cui comincio ad assemblare una macchina non so come verrà fuori. Prendo un pezzo, che ritengo il pezzo "base", e individuo come montarlo su un supporto in legno. Dopodiché compongo i vari elementi che sono spesso delle parti meccaniche, che girano, per cui possono ricordare alcuni vecchi giocattoli. Le ho chiamate "macchine" perché quando i miei figli erano piccoli e collezionavo questi oggetti di riciclo dicevo che volevo costruire una "macchina inutile" e avevo in mente qualcosa che si muoveva, che girava, con delle sfere che cadevano facendo muovere altre parti, per cui è rimasto questo nome. In effetti non è che siano delle macchine vere e proprie, tanto che spesso le persone che le vedono per la prima volta mi chiedono se funzionino. Ma la loro funzione è semplicemente quella di "essere".

R.B.: Tutti i materiali che utilizzi sono prodotti dell’uomo e della tecnologia che vengono abbandonati per far posto a nuovi strumenti più avanzati. C’è una filosofia del riciclo dietro le tue sculture in linea con i tempi che stiamo vivendo?

Piergiorgio Maiorini: Ci sono molti pezzi di macchine che sono talmente interessanti e belli che mi sembra assurdo buttarli, per cui io li metto da parte e poi li assemblo per farli rivivere. 

R.B.: Dove reperisci gli elementi che utilizzi per le tue opere?

Piergiorgio Maiorini: I miei amici saputa questa mia passione prima di buttare qualsiasi meccanismo, un trapano, un frullatore, un computer o una stampante li portano a me. Tempo fai provai a prendere qualcosa alla discarica che si trova vicino casa mia e naturalmente mi dissero che non era consentito raccogliere rifiuti. Allora scrissi all'AMA (la società che si occupa della raccolta rifiuti di Roma ndr) e spiegando quali erano le mie intenzioni sono stato autorizzato a prelevare i rifiuti dalla discarica dove attingo tutto ciò che ritengo utile per le mie opere. Inoltre ho un amico falegname che vende legno a taglio per l'hobbistica che ha alcuni contenitori in cui deposita tutti gli scarti di lavorazione e mi permette di raccogliere il materiale che mi occorre. 

R.B.: La tua produzione si è intensificata molto negli ultimi anni. Al momento stai preparando qualche altra opera?

Piergiorgio Maiorini: Ne ho appena finita una oggi. Chiaramente la mia produzione è aumentata perché prima lavoravo, cinque giorni su sette, per cui dedicavo solo due giorni a settimana alle mie opere. Adesso, fortunatamente sono uno dei pochi che ha una pensione, per cui posso permettermi di "giocare" quasi tutti i giorni. 

R.B.: Oltre alle "macchine inutili" le tue sculture comprendono la serie dei “legni del mare”. Di cosa si tratta?

Piergiorgio MaioriniI "legni del mare" sono i legni che io ho raccolto e continuo a raccogliere sulla spiaggia o sulle scogliere. Ultimamente sono stato a Filicudi dove ho preso due bellissimi pezzi di legno con i quali ho fatto delle sculture. Io vedo questi pezzi di legno sulle spiagge e se noto qualcosa dentro che immagino possa rappresentare un animale, una persona o anche una sensazione li utilizzo. Sono pezzi che il mare ha forgiato e poi ha gettato sulla spiaggia e io li faccio miei.
 

R.B.: Dove hai esposto ultimamente e quali sono le tue prossime tappe?

Piergiorgio Maiorini: L'ultima personale che ho fatto è stata al Mediamuseum di Pescara per dieci giorni all'inizio di novembre. Attualmente ho una delle mie opere in esposizione a Spoleto dove esporrò anche per il festival internazionale e c'è la possibilità di una mostra a Brescia che spero vada a buon fine.

Sarò presente inoltre in aprile ad una mostra collettiva a via dei Misenati ad Ostia e a maggio al borgo di Ostia Antica. 

                                                                                               

Per maggiori informazioni potete consultare il sito personale dell'artista